Lovere nell’Ottocento architettura e società

LOVERE NELL'
OTTO
CENTO

Nell’ultimo quarto dell’Ottocento Lovere e il Lago di Iseo – area di frontiera tra le provincie di Bergamo e di Brescia – vivono una fase di profonda trasformazione. 

La borghesia imprenditoriale investe i propri capitali nell’industria, adeguando e rinnovando i processi produttivi grazie alle nuove tecnologie divulgate dalle esposizioni universali, indagati in un percorso di ricerca. La necessità di circolazione di uomini e merci giustifica la creazione di infrastrutture (in particolare, le reti ferroviarie da Bergamo e da Brescia, la strada costiera e le società di navigazione) il cui apporto è essenziale nel nuovo disegno del territorio. Ma è soprattutto a livello architettonico che il paesaggio dei centri urbani viene ridisegnato, con lo sviluppo di un’architettura residenziale di prestigio che affianca le pre-esistenze monumentali cinque e seicentesche con edifici di nuova costruzione. A questo tema si collega strettamente la ricerca sull’architettura loverese tra la fine dell’Otto e l’inizio del Novecento, con particolare attenzione all’attività degli architetti Antonio Tagliaferri e Luigi Tombola che – nel passaggio tra XIX e XX secolo – declinano a servizio delle famiglie loveresi (villa Zitti, villa Gregorini, lo Stabilimento Gregorini, l’Aventino a Bossico) l’eclettismo architettonico in voga in quegli anni.

Scomparsi i protagonisti dell’epopea risorgimentale (il notaio Enrico Banzolini nel 1874, l’industriale Giovanni Andrea Gregorini, fondatore di una impresa tuttora presente sul territorio, nel 1878), la nuova borghesia imprenditoriale si stringe intorno alla famiglia Zitti, che si trova al centro di una complessa rete di relazioni politiche, economiche e familiari che la collegano ad altre famiglie dello stesso livello sociale: Bazzini, Banzolini, Ventura Gregorini, Tomassi

Giovanni Battista Zitti, possidente ed ex garibaldino, è al centro di questa complessa trama di relazioni. Le ricerche archivistiche affidate a Cristian Bonomi aiutano a ricostruire le trame familiari nel cruciale passaggio tra Otto e Novecento. Centrale nel percorso di ricerca sono i testamenti, indagati per restituire il tenore di vita delle famiglie ma anche una sensibilità squisitamente sociale;, quest’ultimo aspetto emerge attraverso i legati a favore di ospedali e opere pie. Il testamento è luogo di responsabilità per chi, conseguendo qualche ricchezza, ne restituisce pubblicamente una parte a chi non abbia avuto la stessa fortuna. A questo percorso si ricollegano le attività musicali, che trovano nei salotti loveresi una sede privilegiata, legata alla celebrazione dei nomi di Antonio Bazzini e Gaetano Donizetti (cfr. infra).